La Francia non vuole il falso vino doc rosè

Il ministro dell'Agricoltura Michel Barnier ha offerto, oggi a Lussemburgo, ai colleghi europei e alla commissaria all'Agricoltura Mariann Fischer Boel, un cofanetto contente due ottimi cru di rosè francese tradizionale. Un regalo che rischia però di lasciare ad alcuni un gusto amaro. Nella lettera di accompagnamento infatti, Barnier «mette nuovamente in guardia dalla decisione che dovrà essere presa il prossimo 19 giugno dai 27 stati membri di autorizzare la fabbricazione di falso rosè». Per Barnier «bisogna preservare la produzione del vino doc tradizionale» e non è sufficiente il richiamo in etichetta della menzione 'vino rosè tradizionalè per salvaguardare il prodotto di qualità frutto della macerazioni di vini rossi. Il 19 giugno il Comitato europeo che raggruppo gli esperti dei 27 nel settore del vino deve infatti dare il via libera definitivo al 'pacchettò di misure riguardanti nuove pratiche enologiche nel settore tra cui la possibilità di miscelare vini da tavola bianchi e neri per creare un finto rosè. La pratica è già autorizzata per i produttori nel resto del mondo i cui prodotti entrano liberamente in Europa a prezzi concorrenziali.