Boom dell' export di spumante italiano all'estero

E' stato un vero e proprio boom quello che lo spumante italiano ha vissuto lo scorso anno. L'incremento delle vendite all'estero è salito del 16% con un aumento del 22% del valore, per un fatturato record di 1,51 miliardi di euro, 170 milioni le bottiglie vendute.
Fra le migliori performance: GranBretagna (+14%), Usa (+12%) e Germania (+1%); Giappone, Canada, Svizzera, Austria e Svezia fra +5 e +3%.
Molto bene i paesi emergenti come Russia, India, Brasile, Uruguay.
In Europa la Germania conferma la leadership e il Regno Unito il trend positivo a due cifre degli ultimi anni. «Segno - dice il patron del Forum Giancarlo Comolli - che il mercato mondiale, che sta cercando un nuovo rapporto fra valore/identità, riconosce agli spumanti italiani un valore più alto del passato». L'Italia è il secondo paese al mondo per export. Il mercato interno europeo a 27 paesi assorbe il 70% del totale esportato. La Denominazione Asti ha il primato con 63 mln di bottiglie in 60 paesi. Sono 18 le regioni che producono almeno uno spumante, 268 le Docg-Doc che possono produrre almeno un'etichetta. L'Asti docg è in testa con più 80 mln di bottiglie, seguito dal Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene con 50 mln. Per il metodo classico leadership divisa fra Franciacorta (9,7 mln) e Trento Doc (8 mln). Primo lo Spumante Prosecco Doc e non Doc con 160 mln di bottiglie (45% del totale). La Lombardia da sola sfiora i 15 mln di bottiglie col metodo classico (60%) su un totale di 24 mln. Il Veneto è prima regione per produzione e per consumi. Nel 2008 spedite 325 mln di bottiglie (Italia 3/o paese produttore al mondo), di cui 301 mln di metodo italiano (o Charmat). In Italia sono state consumate 155 mln di bottiglie (+1,5% sul 2007). Nella regalistica spumanti in crescita (+7%) e champagne costante. Il Franciacorta e il Trento sono leader in ristoranti, enoteca e regali. L'Asti è re incontrastato con i dolci della tradizione con una concentrazione dell'88% del consumo a fine anno. Il 72% del consumo nazionale è ancora concentrato a fine anno (era l'84% nel 1980).